Caffè Pedrocchi e Sala Rossini

Il Caffè Pedrocchi è situato nel cuore del centro storico della città di Padova. È uno tra i più importanti e antichi caffè nati nel primo Ottocento italiano e sopravvissuto fino ai giorni nostri, grande testimonianza del Risorgimento, frequentato da artisti, letterati italiani ed europei tra cui Eleonora Duse, il futurista Marinetti, D’Annunzio, Balzac e Stendhal, ma anche politici e patrioti, professori universitari e studenti.
Il Caffè divenne noto da subito come “il caffè senza porte”, sia perché la sua struttura accoglieva i suoi clienti con un porticato aperto e senza vetrate, sia perché fino al 1916 era aperto giorno e notte; successivamente, per non dare riferimenti visivi agli aerei bombardieri, le luci della sera iniziarono a spegnersi ed il locale iniziò a chiudere in orario serale.
L’edificio viene eretto successivamente alla demolizione degli antichi palazzi, nel centro della piazza, accanto ad altri due edifici simbolo della città di Padova: Palazzo Moroni, sede del Comune, ed il Bo, sede dell’Università.
Questi tre palazzi, visti nel complesso, vanno a formare una specie di triangolo immaginario ed è proprio per questo motivo che si può definire “a pianoforte” la piantina del Caffè Pedrocchi.
Il bellissimo Caffè Pedrocchi nasce nell’anno 1816, quando Antonio Pedrocchi prende la decisione di ingrandire il suo piccolo caffè che aveva ereditato dal padre Francesco, caffettiere di Bergamo, commissionando il lavoro a Giuseppe Jappelli, architetto veneziano di rinomata fama.
L’inaugurazione della nuova attività avvenne nel 1831 e, successivamente, nel 1836, il nuovo palazzo venne affiancato dal Pedrocchino, un’elegante costruzione neogotica adibito a pasticceria. L’architettura del palazzo, perciò, mescola lo stile neoclassico a quello gotico veneziano, dando una linea romantica alla struttura e facendo sì che l’architetto potesse esprimere tutta la sua arte, ma lascia anche un po’ di spazio a richiami esotici egizi e cineserie che andavano di moda in quel periodo.
La facciata principale, quella sul lato nord, è formata da due porticati con colonne doriche, soprastanti a quattro leoni, opere di Giuseppe Petrelli, scultore romano. Il pianterreno, destinato alla caffetteria, è costituito da sale chiamate in base al colore della loro tappezzeria. Entrando nel Caffè, sulla destra troviamo la Sala Gialla o della Borsa, che prende il suo nome dal fatto che era proprio qui che si incontravano i commercianti per fissare i prezzi delle merci. Sulla sinistra, invece, troviamo la Sala Verde, aperta a tutti i cittadini, anche quelli più poveri che potevano usufruirne anche solo per bere un bicchiere d’acqua e leggere il giornale, da qui il detto “restare al verde”. Subito dopo troviamo la Sala Rossa, centrale, con il bancone in marmo e tripartita da colonnine ioniche su base egizia. Troviamo infine la Sala Bianca, nota soprattutto per le due significative tracce storiche al suo interno, ovvero il buco sul muro, provocato da un colpo di fucile esploso l’8 febbraio 1848, nel corso dei moti di quell’anno contro l’Impero Austriaco, e la targa con la citazione di Stendhal nella prefazione del suo romanzo “La certosa di Parma”, nella quale lo scrittore cita il famoso zabaione Pedrocchi, che ebbe modo di degustare durante la sua visita a Padova.
Queste ultime tre sale sono un omaggio al tricolore italiano.
Sul lato destro dell’edificio troviamo una loggia con una scalinata molto ripida che porta al secondo piano, il cosiddetto Piano Nobile, dove possiamo trovare altre sale che si susseguono e che vennero decorate in stili diversi, dando così la possibilità all’uomo di poter rivivere la propria civiltà seguendo un ideale lineare: troviamo così la sala greca, etrusca, romana o rotonda, stanzino barocco, rinascimentale, gotica-medievale, ercolana o pompeiana, moresca, egizia e la Sala Napoleonica, quest’ultima molto importante in quanto dedicata al compositore Gioacchino Rossini, chiamata infatti anche Sala Rossini ed utilizzata come sala da ballo, destinata alla musica e alle feste: questo lo si può capire anche grazie alla presenza di stucchi a tema musicale che la caratterizzano, differenziandola dal resto delle sale. La Sala Rossini è la sala più ampia del secondo piano, occupa infatti la stessa planimetria della Sala Rossa che troviamo al pianterreno.
Il Caffè Pedrocchi è di proprietà del Comune dal 1891 e, oltre alle sue preziose sale, ospita le Gallerie del Pedrocchi ed il Museo del Risorgimento, continuando ad accogliere cittadini padovani e non, che vogliono ammirare la sua bellezza e degustare il suo caffè particolare ed unico alla menta.