Palazzo Zuckermann

Tra il 1912 ed il 1914 l’industriale Enrico Zuckermann diede l’incarico della costruzione di un edificio al centro della città di Padova. Da questo prese il nome il Palazzo, che fu costruito dall’architetto milanese Arosio.
Palazzo Zuckermann volge la sua facciata a quella porzione di centro storico che comprende l’Arena Romana, la Cappella degli Scrovegni e il Museo degli Eremitani; si erige lungo via Garibaldi, ovvero la linea stradale che collega la stazione della città al cuore del centro storico, dove si può trovare il Caffè Pedrocchi e Palazzo Bo.
Il palazzo si presenta come un blocco di tipo ottocentesco, anche se sulla facciata predominano particolarità dello stile liberty ed elementi neoclassici, per chiara richiesta fatta proprio dallo stesso Zuckermann.
All’interno del cortile, situato al piano terra del palazzo, ci si può imbattere nei resti delle vecchie mura della città. Dal cortile si può accedere al primo piano tramite una scala in marmo di Carrara, illuminata da un ampio lucernario e da una vetrata a tre archi che ospita il Museo di Arti Applicate.
Il secondo piano invece è accessibile grazie ad una scala, più piccola della prima, che porta al Museo Bottacin. Sulle pareti del sottotetto, volto ora alla funzione di magazzino, sono raffigurate una varietà di attività sportive sotto forma di pitture murali, eseguite da un gruppo di militari statunitensi che nel dopoguerra utilizzava la struttura come palestra o come base radio.
Nel 1953 il palazzo fu acquistato dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, diventando infatti la sede delle Poste Italiane.
Successivamente Palazzo Zuckermann venne restaurato e, nel 2004, inaugurato a sede museale in cui si possono trovare, al primo piano, le raccolte straordinarie di oltre duemila oggetti che fanno parte del patrimonio nascosto dei Musei Civici padovani e, al secondo piano, la collezione di monete e medaglie. Gran parte di questi pezzi non fu mai esposta al pubblico e mostrano i diversi tipi di manufatti in uso a Padova dal Medioevo alla metà dell’ottocento.