Teatro Verdi

Il Teatro Verdi, il più importante teatro di Padova, si colloca poco fuori dal centro storico della città, tra Palazzo Liviano e lo stradone di Corso Milano e sorge sull’area del Teatro Nuovo settecentesco. Il teatro fu commissionato da una società di nobili, chiamata “Nobile Società del Teatro Nuovo”, in cui erano presenti circa settanta nomi tra i più prestigiosi della città, venne inaugurato l’11 giugno 1751, come teatro lirico, con un melodramma di Metastasio e fu chiamato “Teatro Nuovo e della Nobiltà”. Il progetto fu affidato all’architetto Antonio Cugini di Reggio, mentre la costruzione venne realizzata dall’architetto padovano Giovanni Gloria. Dopo poco più di vent’anni dalla sua nascita, il teatro cominciò ad ospitare anche spettacoli di prosa.
Successivamente, il teatro subì una serie di restauri a causa di vari problemi che si presentavano con il passare degli anni, come la deperibilità dei materiali utilizzati, l’obbligatoria messa in sicurezza di pavimenti e soffitti o la necessità di rinnovare l’impianto originario in base alle nuove regole teatrali, ma anche al gusto decorativo che continuava a cambiare.
La prima ristrutturazione importante avvenne quasi un secolo dopo, su disegno dell’ingegnere, architetto e paesaggista italiano Giuseppe Jappelli, che ideò il prospetto curvo con il portico di undici arcate, poi chiuse, e che diede il suo tocco a quasi tutte le aree del teatro: dalla facciata esterna alla costruzione della cupola rivestita in piombo, dal palcoscenico ai camerini e alla volta affrescata da Pietro Paoletti, che rappresentava la “Danza delle Ore”. Venne poi riaperto nel giugno dell’anno 1847 ed fu il secondo teatro del Veneto, dopo La Fenice di Venezia, ad essere dotato di illuminazione e gas.
Un altro intervento significativo di rimodernizzazione fu fatto nel 1884 dall’architetto milanese Achille Sfondrini, ideatore del Teatro dell’Opera di Roma, che rimase fedele alla facciata progettata dallo Jappelli, ma rinforzò la cupola e in cima ad essa posizionò una lucerna in ferro e cristallo. Modifiche furono inoltre apportate alla sala, al foyer e al ridotto del primo piano e l’interno della volta venne dipinto da Giacomo della Casa. Tutti questi cambiamenti diedero al teatro un aspetto nuovo, rimasto fino ai giorni nostri, e si decise quindi di ribattezzare il Teatro Nuovo con il nome attuale di Teatro Verdi, in onore del maestro Giuseppe Verdi, che, seppur ringraziando, declinò l’invito alla nuova inaugurazione, avvenuta l’8 giugno 1884, con le musiche del musicista patavino Angelo Tessaro.
Durante il primo conflitto mondiale, nel 1917, il Verdi fu pesantemente danneggiato da un bombardamento austriaco, ma riuscì a riprendere la sua attività già nel 1920, dopo che la cupola fu affrescata dal pittore Giuliano Tommasi, il teatro decorato con motivi allegorici e la sala risistemata. Quando il teatro venne riaperto, in sala era presente il Re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia.
Durante la seconda guerra mondiale poi, gli spettacoli vennero ridotti, ma il teatro riuscì comunque a mantenere la sua attività in piedi fino alla fine del conflitto.
Negli anni Cinquanta del Novecento il Teatro Verdi divenne di proprietà del Comune della città di Padova, che, da quel momento in poi, si occupò di tutte le migliorie e le ristrutturazioni che c’erano da fare.
Ad oggi, il Teatro Verdi è la sede unica dell’Accademia d’arte drammatica “Palcoscenico” ed è la sede operativa del Teatro Stabile del Veneto, nato il 20 luglio 1992, con sede legale al Teatro Carlo Goldoni di Venezia e, con i suoi 700 posti e più tra platea, tre ordini di palco e galleria e con il magnifico palcoscenico dotato di graticcio in legno, è la sede adatta ad ospitare la stagione di prosa organizzata dallo Stabile, insieme a spettacoli di lirica, concerti, balletti e rappresentazioni per ragazzi.