Oratorio di San Michele

L’Oratorio di San Michele era inizialmente una chiesa dedicata ai Santi Arcangeli, con annessa la Cappella di Santa Maria che venne eretta nel 1390, successivamente ad un incendio avvenuto durante l’assedio della cittadina di Castelvecchio, quando Francesco II Novello da Carrara, vecchio Signore della città di Padova, voleva riconquistarla togliendola alle grinfie della famiglia dei Visconti.
Tutto quello che riguarda la decorazione della cappella lo dobbiamo a Piero de Bovi, figlio di Bartolomeo e cugino di Piero di Bonaventura, ufficiale della zecca dei Carraresi, che la  commissionò a Jacopo da Verona nel 1397 e, a testimonianza di questo, è stata posta una lapide all’interno della stessa.
Il ciclo di affreschi della cappella tratta temi mariani e rappresenta soggetti come l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi, l’Ascensione, la Pentecoste, la Morte della Vergine e di San Michele. Nel sottarco della cappella troviamo busti di Evangelisti e Dottori della Chiesa.
Dagli affreschi, si può definire l’artista come un pittore eclettico, che mette insieme gli insegnamenti ricevuti dai suoi vari maestri, Altichiero, Giotto, Avanzi e Giusto Menabuoi.
La decorazione assume un tono borghese che si contrappone alla cultura figurativa cittadina degli anni precedenti, caratterizzata dalle eleganze aristocratiche. Negli episodi dell’Adorazione dei Magi e della Dormitio Virginis l’attenzione ricade sul ritratto e sui personaggi che si volevano raffigurare, come Petrarca, Francesco il Vecchio e Francesco II Novello da Carrara, ma anche lo stesso Bovi, presentato a capo scoperto in primo piano.
Si pensa che, per la realizzazione di queste scene, Jacopo da Verona sia stato aiutato dai suoi due figli, che hanno seguito le orme artistiche del padre.
L’attuale edificio è frutto di un ampliamento ottocentesco.