Palazzo della Ragione

Il Palazzo della Ragione è uno tra i più importanti monumenti della città di Padova ed è una testimonianza della città patavina medievale, in quanto la sua costruzione iniziò nell’anno 1218 e venne sopraelevato nel 1306 da Giovanni degli Eremitani. Fino al 1797 fu la sede dei tribunali e degli uffici finanziari, ruolo che ebbe sia durante l’epoca comunale che durante la Signoria dei Carraresi e la Dominazione veneziana. La caratteristica copertura a forma di carena di nave rovesciata nacque da un’idea architettonica che era la base di un modello di un particolare e famoso teatro indiano che Fra’ Giovanni Eremitano portò precedentemente in città.
Il palazzo è lungo 82 m e alto 27 m e separa due delle piazze principali di Padova: Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta, sedi di pittoreschi e vivaci mercati giornalieri, che, insieme al palazzo stesso, rappresentano il cuore e l’anima della città di Padova.
L’imponenza fisica del Palazzo della Ragione, con i suoi due piani e l’area archeologica nei sotterranei, ci fa capire come questo edificio sia di gran lunga importante e di come lo sia stato soprattutto nel corso degli anni di storia che riguardano la città di Padova.
Al piano superiore troviamo il cosiddetto “Salone”, una tra le più grandi sale pensili del mondo, con i suoi 81×27 m di larghezza e lunghezza e i 27 m di altezza e con soffitto ligneo a volta. Il piano nobile conserva un ciclo di affreschi meraviglioso, rappresentante soggetti astrologici, dipinto tra il 1425 ed il 1440 dai pittori Giovanni Miretto e Stefano da Ferrara, che richiama gli studi di Pietro d’Abano, filosofo, medico, astrologo, precursore della scienza moderna e illustre cittadino padovano dell’epoca. Questo ciclo decorativo, composto da circa 500 affreschi, riporta la suddivisione in 12 comparti, ognuno rappresentante un mese dell’anno con relativo riferimento al segno zodiacale astrologico. L’attuale ciclo di affreschi, però, va a sostituire il precedente, dipinto niente meno che da Giotto, ma che l’incendio del 1420 ha completamente distrutto, privando la città di Padova di un capolavoro mondiale dell’arte pittorica.
All’interno della sala, sul fondo, troviamo la costruzione lignea gigantesca di un cavallo che era stata costruita per una giostra, nell’anno 1466, dalla nobile famiglia dei Capodilista, che la donò al comune nel 1837. Ricordiamo però che il cavallo, alto 5.75 m, inizialmente fu attribuito alle doti artistiche di Donatello, a causa della sua similitudine con la statua equestre del Gattamelata, situata all’interno della Basilica del Santo. Il cavallo, precedentemente, si trovava a Palazzo Capodilista, in via Umberto I, e proprio grazie al fatto che fu realizzato in onore della mitologia, venne utilizzato molte volte come cavallo di Troia e per la rappresentazione della vicenda greca, che aveva luogo in Prato della Valle, in memoria delle origini mitiche di Padova che sono attribuite all’eroe troiano Antenore.
In un angolo del salone, invece, si può notare la costruzione del pendolo di Foucault, nel suo moto perpetuo, più recente del cavallo di legno, a testimonianza del solido legame tra la città di Padova e la scienza: è una famosa opera realizzata dal professore del Dipartimento di fisica dell’Università di Padova, Giacomo Torzo, su suo progetto scientifico. Nel salone, infatti, hanno luogo le premiazioni del Premio Galileo, famoso concorso letterario per la divulgazione scientifica.
Il piano terra invece è detto “Sottosalone” ed è rappresentato da un gran numero di botteghe storiche, in cui si possono trovare le più tipiche specialità enogastronomiche della città patavina e le più particolari novità stagionali.  Il Palazzo della Ragione e le due Piazze che lo affiancano insieme danno vita a quello che i padovani chiamano il “mercato sotto il salone” che, da più di 800 anni, viene definito come uno dei primi centri commerciali naturali del mondo ed è da sempre un punto di ritrovo per il commercio ed i cittadini padovani.