Prato della Valle

Prato della Valle è la piazza più grande della città di Padova ed è il simbolo dell’identità patavina e della tradizione veneta. È inoltre la seconda piazza più grande d’Europa, seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca, con i suoi 88 620 mq di superficie totali, i 20 000 mq circa di superficie dell’isola Memmia e i 1450 m di circonferenza esterna e con le sue 78 statue, i 16 vasi ornamentali, i 4 ponti e gli 8 obelischi. Ha il primato di più bella isola pedonale del mondo.
Dopo l’Unità d’Italia, l’area era stata battezzata con il nome di Piazza Vittorio Emanuele II, nome successivamente abbandonato e cambiato in Prato della Valle o semplicemente “il Prato”.
La piazza è inoltre nota con il nome di “il prato senza erba”, in quanto, al principio, i troppi alberi presenti al suo interno facevano sì che l’erba fosse carente, al contrario della situazione attuale, in cui il prato è pieno di erba a causa del fatto che di quegli alberi originali ne sopravvisse solo uno.
Da sempre quest’area è stata caratterizzata da funzioni economiche e ricreative.
In epoca romana, oltre ad essere la sede di un grandissimo teatro, lo Zairo, le cui fondamenta sono state scoperte all’interno del canale che circonda l’Isola Memmia, e di un circo per le corse dei cavalli, la piazza era identificata come “Campo di Marte” o “Campo Marzio”, in quanto era un punto di riferimento per i militari. La Piazza prese poi il nome di “Valle del Mercato”, grazie al fatto che era proprio qui che si tenevano i mercati e le fiere stagionali, come d’altronde hanno luogo tutt’ora, e di “Prato di Santa Giustina”, sia per la presenza dell’omonima chiesa, sia perché in quel periodo era proprio l’abbazia di S. Giustina ad essere proprietaria di quest’area.
Col passare degli anni, nel periodo delle persecuzioni contro i primi cristiani, divenne il luogo dei combattimenti e qui infatti furono martirizzati Santa Giustina e San Daniele, due dei quattro patroni della città. Nel Medioevo la piazza divenne invece la sede di feste pubbliche, giostre, fiere e gare: tipiche sono infatti le corse dei “sedioli”, un tipo di biga padovana, ed il “castello d’amore”, che faceva riunire i giovani di tutto il Veneto per prendere moglie.
Inizialmente l’area di Prato della Valle era molto diversa da come la vediamo oggi, era un luogo paludoso, come sta ad indicare il termine “valle”, nonostante venisse utilizzato a scopi commerciali, come indica il nome “pratum”. Oggi, invece, il suo aspetto è molto cambiato e questo si deve al provveditore della Repubblica di Venezia, che nel 1775 era a Padova, Andrea Memmo. Quest’ultimo diede vita al progetto dell’isola centrale, che fu poi realizzata e a cui venne dato il nome di Isola Memmia in suo onore, circondata da un canale artificiale, alimentato dal canale Alicorno, di forma ellittica contornato da un doppio anello di statue che, anziché essere 88, secondo il progetto d’origine, sono dieci in meno, in quanto dei restanti 10 piedistalli ne risultano 2 vuoti e 8 sormontati da obelischi. Le statue furono erette per celebrare i più illustri personaggi nati o vissuti nella città di Padova, come il fondatore della città, Antenore, il poeta Torquato Tasso o lo scienziato Galileo Galilei, ma anche Alberto Azzo II d’Este, statua n. 3, Papa Paolo II, statua n. 22, Papa Eugenio IV, statua n. 23, e Stefano I Báthory, statua n. 76, eretta nel 1789 dallo scultore Giovanni Ferrari su volere del re di Polonia, Stanislao II Poniatowsky. Queste meravigliose statue sono state oggetto di numerosi interventi di recupero conservativo e architettonico, in quanto si cerca di non perdere parti di un luogo monumentale così importante.
Oltre all’imponenza della piazza, spettacolari sono anche gli edifici che la circondano, come i palazzi nobiliari, le antiche case caratteristiche di epoche diverse, il Foro Boario, Palazzo Angeli, la mole monumentale della Basilica di Santa Giustina con le sue cupole e la Loggia Amulea.